martedì 29 marzo 2022

magia

Ho fatto un sogno e in questo sogno c'era un signore, doveva chiudere la saracinesca del suo negozio, un negozio strano, una specie di teatro. Io sono fuori e sbircio dentro, nel sogno ho questo ricordo per cui in altri tempi si entrava lì, che c'era il teatro, le tende, le tele, le palle giganti, i cuscini per ascoltare storie, mi ricordo che lui sapeva raccontare anche senza parlare, che dentro succedevano cose fuori dal mondo, che lì dentro si aprivano porte e che noi piccoli e grandi entravamo e lui ci conduceva in posti mai visti, con gli occhi chiusi, con gli occhi aperti, con il corpo, con la musica, con le parole, con il silenzio, viaggiavamo alto. E lui sta tirando giù la saracinesca perché certe regole imposte glielo fanno chiudere, quel posto. Sono con un mio vecchio amico (sono con lui perché anche lui è portatore sano di quella magia lì) e ci guardiamo increduli, quel posto non può chiudere, ma che regole assurde sono queste?, dobbiamo fare delle petizioni, legarci fuori, non può abbassarsi quella saracinesca. Guardo l'uomo, è molto alto, ha i capelli bianchi e un giubbotto arancione su gambe lunghissime. E' un po' triste, si chiude un capitolo, io non posso pensarci, lo guardo e lui mi dice: qua mi fanno chiudere, ma state tranquilli, io non ho finito, io mi invento da un'altra parte. Ha negli occhi tutto il suo modo e io lo so che è ancora vivo.

E io lo cercherò, la magia non può morire sotto la cenere dell'omologazione, del consumo, dell'arido, del pensiero unico, della rassegnazione al piattume secco e sterile, del per forza e del per devo. E io adesso ho deciso che quella magia è ora di tirarla fuori, e io ho deciso che vivo ogni giorno con le persone più magiche che esistano, e io ho deciso che adesso ve li racconterò, in un modo o nell'altro, lo tiro fuori dalle mie mani, disegnando o raccontando, quel magico, perché quella magia lì deve tornare, deve tornarvi dentro, ce l'avete anche voi, voi grandi, adulti, adatti, adulti adatti, cresciuti e rassegnati, e ve la siete dimenticata, e allora ve la restituisco io, ho deciso, quella del nascondino per finta, del sentirsi qualcos'altro e qualcun altro senza bisogno di nessuno sforzo, senza bisogno i dichiararlo, di spiegarlo, di autorizzarlo, perché è così e basta, si può e basta, è ovvio e basta, non ha didascalia quella magia lì, è e basta, è il regno dell’impossibile che c’è e loro lo sanno e non lo chiamano nemmeno così, dell’oggi e basta perché domani sarà un altro oggi. Voglio raccontare questo mondo ai grandi che non hanno la fortuna di vederlo più, e che si sono dimenticati com’era. 

Ma c'è. Quella saracinesca non chiude.