martedì 16 novembre 2010

da cui vergine nacque Venere

Sono stata in Portogallo alcuni giorni (quattro) per il progetto Comenius, ed è anche per questo se il blog è rimasto nel dimenticatoio per un pochetto.

Ecco un brevissimo riassunto del viaggio fatto di racconti sparsi che c'entrano poco tra loro, così come si addice alla regina dei cialtroni, che sarei io (poi, qui, torna tutto come prima. Credo)

Il primo giorno veniamo salutati, a colazione, dal quotidiano locale dal quale scopriamo che (con sorpresa e senza nascondere lacrime amare), data la crisi in cui versa il paese, i ministri, deputati politici e contorni vari del governo portoghese si tagliano gli stipendi. E questo perché, dice il giornale, "la crisi l'affrontiamo tutti". Vabè, ah ah, bravi! pensiamo, ma passare dai soliti 15 mila euro di stipendio dei politici a, mettiamo, 14,50, son bravi tutti, cosa vuoi che sia.
E invece no. I politici portoghesi passano dai loro attuali 3,5 mila euro di stipendio circa (pubblicati) ai 2, 2,5. Come i nostri, paro paro. Infatti il pd, per affrontare la crisi, sta per regalare ai suoi senatori un iPad.
(Ecco perché m'è arrivata la letterina a casa per chiedere sostegno economico al partito in questo difficile momento!).

Pregni di felicità per il viaggio nonché di malinconia (?) per il nostro amato belpaese (e della voglia di tornare e condire un panino con ripieno di governo), iniziamo il nostro tour.

Ho visitato città, veduto cavalli e cavalieri ad Almeirim (che, voglio dire, lasciate il motorino e presentatevi dalla morosa col cavallo, date retta), saputo tutto sulla corrida portoghese, assistito a canto dei furcado in osteria a Santarém (secchiate di testosterone, a momenti m'affogavo), mangiato ovunque e sempre (benissimo), acceso due candeline a Fatima, visitato le scuole, confrontato idee e pareri e lavori con i colleghi europei, passeggiato e goduto della vista delle milioni di azulejos diverse in giro per le strade, panni stesi, volti intensi; goduto del fado all'Adega do fado ribatejo a Lisbona, consumato un numero disumano di risate (...e altro non dico ché è fatica raccontare emozioni e impressioni in breve spazio),

ma,
soprattutto, gente,

ho visto l'OCEANO.

E qui devo aprire una parentesi.

Perché io, che volevo toccare l'acqua, è stata poi l'acqua
che ha toccato me.

Spiego:

correva il giorno 9 novembre quando, nel tornare da Fatima verso Nazaré, ci fermiamo in un punto panoramico ad ammirare l'oceano.









Scendendo poi a valle per andare a degustare dell'ottimo pesce in un localino in riva all'oceano, in pullman io e la mia collega disquisiamo di spiritualità, amore sovrumano e delle meraviglie della natura. E' così che mi racconta che uno dei suoi incubi più terribili è di essere investita da un'onda; ed è così che io, al contrario, le racconto che quello è da sempre uno dei miei sogni surreali più grandi, e cioè che sia proprio un'onda dalle dimensioni giganti l'ultima cosa che vedo. Perché se sono lì e la posso vedere davanti agli occhi, all'onda gigante, è chiaro che poi ci muoio sotto.

Ah, l'acqua! Ah, noi! segni zodiacali marini (due granchi), quanto c'affascina, l'acqua! Quanto la sentiamo, l'acqua! Quanto ci appartiene come elemento, l'ACQUA!

E così, catturate dall'oceano e dalla sua magnificenza e potenza









e dalle incredibili onde, subito dopo mangiato corriamo a fotografarle, riprenderle, fare video, sentire il vento, ascoltare lo scrosciare dell'onda che rompe. E lo facciamo solo noi quattro italiani, pieni di passione.
Ma un motivo c'era, se eravamo solo in quattro.
L'incoscienza.


E così abbiamo fatto i video.
E le foto.


E le corse sulla spiaggia.
E le risate.
E i commenti.
E la Mary che tocca l'acqua.

Era così felice, la Mary.
E io la guardavo, la Mary; la riprendevo con la macchinetta fotografica, ridevo anch'io, ridevamo tutti; che felici che eravamo davanti alla potenza dell'oceano, a guardare le onde, e quell'altra, e guarda anche quella che alta, altissima, incredibili! Quale fascino, quale forza, quanta acqua. Tanta acqua, proprio.
Così tanta, di acqua, così alte, le onde, così veloci, ma così veloci, osta che veloci! così veloci che poi, dopo che la Mary ha toccato l'acqua, l'acqua ha ricambiato l'amore. In pieno.
Diciamo che mi ha abbracciato con passione e trasporto.
Spiaggiandomi.




Già.



Ecco, da questa esperienza oceanica-portoghese ho imparato due cose:
- Uno: mai sottovalutare le onde dell'oceano, che sono velocine, quando si mettono
e
- Due: bisogna stare attenti a ciò che si desidera, soprattutto nelle ore vicine alla visita a Fatima.

E poi comunque non si fa il bagno dopo mangiato (o almeno credo che sia stato questo che mi hanno detto (insultandomi) i vecchi portoghesi con ombrello sul braccio (lui) e fazzoletto in testa e scialle di lana (lei) a braccia conserte e con le facce indignate (entrambi) che mi guardavano venire su dalle acque).

Poi ho cercato subito un negozietto per cambiarmi, e l'unico aperto era peruviano.

Gente, il Portogallo è bellissimo.


(Aproffitto per ringraziare la meravigliosa ospitalità dei colleghi portoghesi, l'accoglienza, le opportunità di conoscenza e scambio. Li aspettiamo in Italia in marzo. Non vedo l'ora.)

(E ringrazio anche la mitica fu Sony che finì in acqua con me. Gloriosa! Ho salvato la scheda e le foto e i video che mi ha donato fino al suo affogamento)

11 commenti:

  1. ti adoro lo sai? e comunque Fatima porta sfiga

    RispondiElimina
  2. se ti dico quante volte sono tornata io in Portogallo! e ancora non ho finito che quel paese lì per una serie di cose e di legami e di congiunture mi ha conquistata :)
    grazie delle foto e dei ricordi.

    RispondiElimina
  3. Come se m'avesse baciato con passione, quel paese lì!

    RispondiElimina
  4. Ehy Lia, dolcissima, come stai? Intraleggo qui di un bel viaggione, alla prima pausa leggerò bene... :)
    Intanto mi sono ricordata di darti il link del blog che ti dicevo:
    http://capousse.blogspot.com/
    Buon divertimento!!!

    Smack

    RispondiElimina
  5. @ Serena: ci sono due video: uno è stato girato tutto in verticale, quindi non sappiamo se riusciremo a caricarlo dritto; l'altro l'ho fatto io e riprende l'esatto momento del pluf. Appena riesco lo metto su youtube. Finisce con l'annegamento della macchina fotografica che stava riprendendo. Arriverà presto. :D
    @eta: grazie del link. Appena posso vado a vedere!

    RispondiElimina
  6. Che meraviglia, Lia!

    ps. e non hai detto che sei finita persino sul TG della sera! :-)))

    RispondiElimina
  7. Ah, sì, giusto! I colleghi portoghesi la sera ci hanno raccontato che al tg hanno parlato della potenza delle onde, che in certi punti ha raggiunto i dieci metri (nonchè arrecato diversi danni). Non potevano non parlare della "ragazza italiana" travolta dalle acque. E' bello diventare famosi per i propri meriti professionali! ahahahahhaha

    RispondiElimina
  8. La prossima volta che andrai in Portogallo dovrai munirti di una bella tuta da palombaro onde evitare simili affondamenti!
    Un giorno gli archeologici troveranno la tua Sony sul fondale marino e si domanderanno come abbia potuto finire lì.

    RispondiElimina
  9. La sony ce l'ho io. E' rimasto l'obiettivo fuori, non c'è verso di farlo scendere. Una morte orgogliosa! :D

    RispondiElimina
  10. stavomeglioquandostavopeggio19 novembre 2010 alle ore 14:10

    quanto ti voglio bene per "secchiate di testosterone, a momenti m'affogavo"??!

    RispondiElimina