venerdì 28 ottobre 2022

la panchina come diritto

C'ho un momento, che non posso specificare, ma c'ho un momento che se bevessi berrei, se mi drogassi mi drogherei, se non avessero chiuso la piscina nuoterei, se facessi a pugni pugnerei, se avessi un condominio per litigare litigherei, se fossi un vecchio con gli altri vecchi sulla panchina ne direi due, giusto per dire, che qualcosa si trova sempre, se uno esce di casa con quella voglia di trovar da dire e sfogarsi c'è la panchina, si trova da far bene, garantito, che qualcuno che si assume la sbrocca lo trovi sempre e poi torni a casa con il viso tutto rilassato e disteso; e se fossi poi una che affoga nel cibo i propri affanni, mi ci affogherei. E invece no, c'ho un momento e non bevo e non faccio proprio niente, son qua sulla terrazza al tramonto con la spirale antizanzara e la camicia leggera, a fine ottobre quasi novembre, non lo so, totalmente sbarellata come tutta la natura, le tartarughe non ci capiscono più una sega, provo a leggere, non riesco a leggere, ma ci stiamo avvicinando alla fine del mondo?, abbiamo superato la linea di non ritorno?, mi vien da pensare. E sbrocco nella solitudine. Ho il muso. Ma forse una cosa sì, l'ho capita, una cosa che fino a questo momento forse non avevo molto capito: ma come cazzo ho fatto fino a oggi senza una panchina di vecchi per andare a litigare quando hai voglia di litigare? L'ho anche intravista, quella panchina, c'è della gente giusta, ci faccio un pensiero, abbiamo tutti diritto alla panchina di cari ove recarsi in caso di bisogno, con cui sbroccare e dopo domani è tutto uguale, si riparte da capo, tanto uno che sbrocca c'è sempre e a sbroccare, si sa, si fa un po' per uno, a turno.

martedì 25 ottobre 2022

un sentore

Ultimamente entro nella mia macchina e sento l'odore che aveva la macchina di mio nonno. Che è anche bello, di per sé, estrapolato dal contesto, come ricordo. Quelli della mia generazione lo conoscono, quello è un odore classico, inconfondibile, uno lo visualizza, lo so, se ne parlava tra di noi, era un argomento di conversazione, ci vedeva tutti d'accordo. C'eran dei pomeriggi che li passavamo a dire Ma ti ricordi l'odore della macchina del nonno? Anche il mio anche il mio anche il mio. Pomeriggi. Quei classici come le golia nelle borse della nonna. Odore della macchina del nonno, golie nella borsa della nonna. Avevamo delle certezze incrollabili. Nessuno sa in verità se era lo stesso odore uguale di tutte le macchine di tutti i nonni, impossibile stabilirlo a meno di esperimenti comparativi che nessuno ha mai fatto, ma secondo me lo era. Eravamo troppo d'accordo. Questo fatto che lo sento nella mia, non so come dire, superato il momento della tenera nostalgia, mi fa pensare che non vada molto bene. Dico così eh, un vago sentore. 

domenica 23 ottobre 2022

come autunno comanda

Ieri mi hanno invitato al mare a Ravenna, oggi sono andata al mare di Ravenna. Mi sono vestita come autunno comanda: pantaloni di lanina, maglietta di cotone manica lunga, maglione aperto di lana, scarpe comode. Sono arrivata e c'erano due che prendevano il sole in costume. Mi sono concentrata sulla temperatura, avevano ragione loro, mi sono tolta la maglia di lana, le scarpe e i calzetti e ho raggiunto mia cugina che stava scendendo da cavallo, aveva fatto la passeggiata a pagamento sul cavallo. Vieni, mi dice, mettiamoci in costume. Ma io non ho il costume. Ma come non hai il costume? Vieni al mare senza costume? Ma è Novembre, dico io. Allora mettiti in mutande. Ok, tanto ho quelle nere. Col pizzo? No no, quelle semplici. Perfetto. Mi sono messa in mutande, mi ha detto Hai le mutande con gli scacchi, non sai neanche che mutande hai, te? No, non mi ricordavo. Va bene lo stesso, tanto, a una certa età, si consuma un po' tutto, anche il filtro, quello lì, che ti fa pensare che quello che pensa la gente sia importante. E abbiamo preso il sole, ci siamo anche messe la crema protettiva che non si sa mai. Per la verità potevamo anche fare a meno, eravamo coperte di mosche.


vorrei una coda

Come dicevo ieri, la mia cucina è abitata da un numero di mosche umanamente non sostenibile e mentre son qua che leggo il mio libro comprato venerdì, che aspetto di poterlo leggere in pace da venerdì, lo vedo là che mi aspetta, ci aspettiamo, è un desiderio reciproco che cresce, finalmente possiamo farlo, mi siedo sulla poltrona nella mia cucina e lo prendo e lo apro,  e quelle schifose volanti nere iniziano ad appoggiarsi su di me, fastidiose come solo le mosche sanno essere, ovunque, io le scaccio con il gesto, ma loro tornano, vorrei una coda, mi servirebbe adesso, invece dai con il gesto, uso anche il libro, e dai una, e dai due, e dai anche tre quattro addosso contemporaneamente. Devo rileggere le righe lette perché mi spezzano il ritmo, non so se si coglie il nervoso. Ad un certo punto decido che è l'ora della strage, E' l'ora della strage, dico, e prendo uno straccio giallo, perché l'ammazza mosche rosso è sparito,  e inizio a uccidere mosche con una furia assassina, contando le vittime una a una, così, e una, e due, e treeee e quattro, e cinque, e poi qualcuna la finisco con il piede. Provo una tale soddisfazione che ci sarebbe da vergognarsi, a provare soddisfazione a uccidere. Ma non mi vergogno. E' lo stesso con le zanzare, non mi vergogno, la vergogna è coperta dalla soddisfazione. E seiiiii. Ho finito. Posso tornare a leggere.

sabato 22 ottobre 2022

tiltare

Oggi ho bruciato le verze. Sono tornata a casa con le telline, volevo fare le telline ma era tardi e quelle devono avere il tempo di spurgare dentro l'acqua con il sale, allora ho messo a cuocere le verze e le ho bruciate perché nel frattempo ero al telefono tiravo fuori la salsiccia tagliavo la cipolla facevo seimila cose. Ho preparato un pranzo brutto, molto brutto, la casa puzzava di verza bruciata e le mosche, in un numero umanamente non sostenibile, giravano attorno alla tavola che la cucina era una stalla. E' arrivato figlio piccolo che ha detto Che puzza. Ho Bruciato le verze. Ma possiamo mangiare in salotto? Non sopporto le mosche. Tra la stalla, le mosche, le verze bruciate, ero bruciata anche io. Mi ha detto, figlio piccolo, Cos'hai. Niente, ho bruciato le verze. Sì, ma cos'hai? Cioè, che altro c'è? Cosa è successo? Niente, ho bruciato le verze, dico io. Ah.

In realtà la stalla, le mosche, aver pronto un pranzo brutto, avevo tutta una brutta roba dentro. Glielo dico, gli dico Volevo farti trovare il pranzo, ma le telline, le verze, le mosche, la stalla... 

Ah! Adesso ho capito. Hai tiltato mamma, non è niente. Capita. Cosa vuoi che sia. Oggi andrà tutto storto. Arrenditi. Devi fare così, non fare niente, mettiti sul divano fino alle tre, chiudi gli occhi, guarda spegnere una candela, poi passa.

E' passato.

 



venerdì 21 ottobre 2022

momenti epici a cui vorrei assistere

Prima, mentre camminavo beata e contenta tra le vie del centro con una piccola pioggerella addosso, sento dire "Lascia stare, Stalker (io ho sentito stolker, con la o)". Stalker è un cane, media stazza che tira per entrare in un negozio ma la cosa gli è impedita dall'urlo e dal guinzaglio. Che nome, penso. Poi, dopo aver finito le mie compere, due libri e un foglio grande di carta per acquerello, torno verso la macchina e sento "Vieni qua, Killer!". E' un altro cane, Killer, piccolo e tirato al guinzaglio con una forza maggiore e contraria alla sua che tira verso l'annusamento di una cacca di un amico cane, non so di che razza sia Killer, non so la razza dei cani. Allora ho immaginato il momento in cui si dà un nome a un cane, che deve essere un momento epico, io vorrei assistere. Comunque volevo dire che in piazza mi son fermata, avevo sotto braccio il foglio 50x70 arrotolato, ho iniziato a guardare intorno attraverso il buco tondo. Non male. Ho un'idea.

martedì 18 ottobre 2022

posso farcela

Oggi sono tornata a casa verso l'una, mi sono sdraiata sotto al mobile della sala, ho acceso la ciabatta, poi ho acceso la tv, mi sono seduta sul divano, ho pensato che mi giravano le palle a usare l'elettricità, ma oggi avevo voglia di guardare la tv, il tg, poi ho ascoltato il tg, la prima notizia era che le bollette dell'energia sono alle stelle, ho pensato vaccagare, ho spento la tv, mi sono stesa sotto al mobile della sala, ho spento la ciabatta, ho preso un libro, sono andata di sotto in giardino sul mio divanetto, al sole, l'ho aperto, mi piace molto, lo avevo già letto nel 2017, lo sto rileggendo, lo sto finendo, ho letto, ho riso, mi sono scaldata al sole, sono stata benissimo.


domenica 9 ottobre 2022

niente

Ho saputo che in giro, di me, si dice che sono l'insegnante che non fa niente. Proprio così, "ah lei, quella che non fa niente!". Allora, vorrei dire che a questa persona devo dire due cose e una è che la Montessori diceva che (cito a memoria) "se e quando una o un insegnante ha lavorato bene, potrebbe andarsene dall'aula e le cose andrebbero avanti benissimo da sole", anzi, sarebbe meglio che se ne andasse spesso, aggiungo io, che devo dire che nel mio lavoro dovremo ricordarci più spesso che primum non nocere. Ma va bene, non voglio polemizzare. E la seconda cosa, che non devi dire che vuoi dire due cose e poi ne dici solo una, lasciando come un senso di sospensione sgradevole, la seconda cosa che vorrei dire a queste persone, o magari è solo una, è che la parola niente, in questa persona che di me ha detto quello, acquista significati incredibili sulla quantità di comprendonio.