Il mondo è più impazzito del solito, diciamo che corre a ritmo crescente verso la follia totale, esseri umani potenti fanno scelte indecenti portandoci verso non si sa bene cosa, ma tutto è tranne qualcosa di costruttivo, e ora io e il mio pacifismo (sono cresciuta a latte e pacifismo, a scuola, in casa, in giro, tra gli amici, pace pace pace, pace sempre), siamo un po' confusi, siamo tutti confusi, non si capisce più niente, non è possibile che succeda ancora, nonostante la lezione del novecento, e poi inorridisco, e mi sento impotente, arrabbiata, non ci credo, non mi capacito, mi incazzo, cerco di capire ma non ci riesco, non ci sono giustificazioni valide, non mi bastano più la storia, l'economia, gli interessi, le analisi: come lo guardi è uno schifo inaccettabile e per me, oggi, incomprensibile.
Poi.
Poi c'è sto fatto che abito in campagna e da quasi un anno ho un gattino che però tengo in casa, può uscire sul balcone e in una tettoia, fa qualche giretto, guarda giù, guarda gli uccellini, cattura lucertole, è un gatto abbastanza felice. Se non fosse che da questa primavera il mio gattino viene bullizzato, attaccato, stressato, odiato e minacciato da un gatto nero randagio che lo ha puntato perché evidentemente lo vive come una minaccia al suo territorio: sale in terrazza e lo attacca (lo ha ferito come solo i gatti sanno ferire), sale sul davanzale della finestra e lo attacca, lo rincorre fino in casa e lo attacca. E gli fa davvero male. Una sera, nonostante il caldo, mentre stavo lì a guardare la tv, avevo chiuso la finestra a vasistas perché ero terrorizzata da un suo attacco (anche in questo momento lo sono) e per evitare l'ennesimo sfregio del micio; e mentre mi stavo per addormentare, perché la tv o fa schifo o fa addormentare, sento il mio micio fare un ringhio verso la finestra (cosa ringhia? Lo sa benissimo di essere un sottone senza speranza). C'era il gatto nero randagio dall'altra parte. Siccome non poteva entrare, si è lanciato contro il vetro con violenza (mado' che carattere), sbattendo forte e poi andando via, facendo rischiare un infarto a me e forse anche al mio gatto, che tra l'altro ha anche dei problemi di cuore, ma questa storia è già triste così senza che io infierisca. Ha anche la coda mozza e storta, devo ammettere. Però è bellissimo, il mio Peppino. Sì, si chiama Peppino. Sono stressatissima. Non so più come difenderlo. Un giorno ho preparato una bacinella di acqua in terrazza e quando la bestia è arrivata per attaccare Peppino, gli ho rovesciato la bacinella addosso ma quello è svelto come la polvere ed è scappato, e io ho rovesciato tutta l'acqua sopra le poltrone del balcone senza che lo toccasse una goccia. Vince sempre lui.
Ma torniamo alla pace. Ieri, pensa che ti ripensa a come fare per dissuadere il randagio a venire a sfregiare il mio gatto, ho comprato un Nerf, quelle pistole ad acqua che spruzzano acqua, ho pensato GLI SPARO. Sono tornata a casa con un gas che non so dire, ho caricato il nerf di acqua e mi sono appostata in casa in agguato aspettando quella bestia, pronta a colpirlo. Perché un po' lo odio. So che fa il suo alla fine, è un gatto, ma io lo odio, non ci sono margini di dialogo con lui. Peccato che questo Nerf abbia una potenza di spruzzo imbarazzante, un doccino per bambini di tre anni, però fa lo stesso, i gatti odiano l'acqua e così mi ritrovo a girare per casa con questo fucile dallo spruzzo imbarazzante. Sembro Lara Croft: mi apposto dietro ai muri e guardo fuori, come nei film, aspettando che la bestia attacchi per attaccarlo, BESTIA MALEDETTA. E MI CARICO MI CARICO MI CARICO, BASTARDO VIENI VIENI.
Cosa c'entra adesso però questa storia con la pace. C'entra, perché mentre facevo questa cosa da film di bassa lega, con gli appostamenti per casa tutta armata, dentro di me c'era un certo piacere della guerra, la voglia di vincere, stravincere, farlo tremare, fargli male anche, molto male, non ucciderlo ma fargli male, anche all'orgoglio, fargli capire chi comanda, il potere di dire Bestia maledetta hai perso e io ho vinto, non ci avrai, io difendo la mia casa il mio Peppino la mia tranquillità la possibilità di guardare questo schifo di tv e addormentarmi senza avere un infarto perché tu hai questo desiderio di dominio su Peppino e sul territorio.
E mentre pensavo queste cose, attenzione, mi sono osservata fare Lara Croft in giro per casa ben armata, che anche quando mi sedevo a mangiare tenevo il fucile sul tavolo pronta con la mano sopra, con un gusto tutto particolare dentro di me per la guerra contro questa minaccia, con una voglia intrinseca di vincere.
E non lo so, guardando il mio gusto per questa cosa mi sono un po' fatta schifo, ma mi sa che facciamo tutti un po' schifo, lo abbiamo dentro e senza mediazione della cultura, di senso critico verso il mondo e verso di noi, siamo tutti fritti, perché io l'alternativa con questa bestia non ce l'ho, non mi è venuta in mente e mi sento fallita, questi due gatti sono gatti, sono territoriali, sono nemici e io non credo riuscirei a farli diventare amici, quello là litiga con tutti in campagna per il territorio, sento i versi da casa, e anche con Peppino fa così nonostante, poveretto, lui non sia davvero una minaccia (credo io, ma che ne so io di gatti alla fin fine). Mi sono armata per la battaglia per il mio territorio anziché, che ne so, mettere del cibo anche per lui e attirarlo con le buone, farmelo amico... NO MAI BESTIA! Vedi? A volte penso che noi esseri umani non ce la possiamo fare. E' dentro di noi. Se non siamo forti davvero, se non veniamo a patti sempre questa parte bestiale che abbiamo dentro, sempre e non solo dopo la tragedia, se non la vediamo e la calmiamo ragionando, ogni volta come se fosse la prima, cercando ogni alternativa, con ogni mezzo, se non ci proviamo, se non ce la mettiamo tutta, siamo fritti. E infatti lo siamo, e la storia lo insegna. Non impariamo mai, e non riusciamo proprio a tenere alto nelle nostre vite il difficile discorso della pace.
O forse sì.