Vado a passeggiare in spiaggia, la giornata è bellissima. Arrivo al pontile e ritorno, a passo veloce.
E penso.
Devo stirare una montagna di roba inaffrontabile. Mi viene da pensare a chi si droga. Vorrei prendere delle droghe per affrontare la mucchia. Mica per la vita, no. Macché. La vita è una cazzata a confronto della mucchia. La mucchia fa selezione naturale. La mucchia uccide i deboli.
L'altro giorno a scuola una bambina trascinava una bambola di stoffa per i piedi, a pancia in su, la trascinava in giro per l'aula. Le ho chiesto se stava nascondendo le prove.
In spiaggia passano due mie amiche che mi invitano ad andare a camminare con loro e un gruppo di gente che si trova alle nove di sera e cammina per il parco. E' un'idea fantastica, penso. Mi vengono a prendere alle otto e mezza martedì sera, sono felicissima. Dieci chilometri. Ce la farò? Ho deciso di sì.
Se non stiro poi lui mi dice che ha finito le mutande pulite. Gli dico: guarda nella mucchia da stirare. Lui va nello sgabuzzo e poi torna e poi mi dice che non ci sono. Io vado, domo la mucchia, riconosce la mia voce e la mia autorità, si calma, sposto due cose, le trovo. Non le avevo viste, mi dice lui.
Drogarsi forte drogarsi tanto.
Non vogliamo più andare da soli a parlare con lei, vogliamo dei testimoni. Ad avere a che fare con i confusi si diventa confusi. Uno sano dice: sbaglierò io. Invece quello confuso, senza qualche venerdì, non lo dice mica mai, "sbaglierò io". E' così che a quelli sani piano piano, a forza di dire "sbaglierò io", pensano di essere confusi loro, gli partono tutti i giorni della settimana, se non si sta attenti.
A scuola una bambina di quattro anni giocava nell'angolo cucina con uno suo compagno di tre anni. Sono grandi amici, quei due. Ad un certo punto il piccolo inizia a piangere forte, molto forte. La mia collega si avvicina. Lui piange così forte che ci vuole un po' per calmarlo. Intanto l'amica sua è seduta sulla seggiolina, è seduta comoda, direi che è proprio sbragata con una gamba accavallata sull'altra, un braccio sulla spalliera della sedia mentre con la mano libera sta cercando una caccola nel naso, è molto occupata e concentrata in questa operazione, tanto da strabuzzare gli occhi. Ogni tanto si ferma e guarda il compagno che piange come un disperato ma non si scompone, la caccola è ancora lì, c'è da fare. Il suo amico spiega alla mia collega che lei lo ha appena morsicato. Lei non ha tempo di discutere di questa cosa, deve cercarsi la caccola.
e se non stirassi per niente?
Ieri mattina ero in camera di mio figlio grande a rifare il letto, mi sento chiamare dalla strada, è un signore che chiede di quelli del negozio che abitano da queste parti. Siamo noi, gli dico. Le mando mio marito, gli dico. Vado in corridoio e mio marito è in mutande, si è alzato da poco, mi viene una fretta di dirgli che lo vogliono per il negozio, presto, fai presto, gli dico, vieni, ti lancio i componenti. Gli ho lanciato una maglietta nera che ho trovato nella mucchia dei panni in fondo al letto. Il potere contro le mucchie è con me.
Mentre la mia collega consolava il piccolo morsicato dalla bambina, ancora comoda sulla sua sedia con il braccio sulla spalliera, è passata la bambina che trascinava la salma-bambola per i piedi.
Delle volte mi sembra di lavorare in un bar di periferia.
Bisogna imparare a mantenere fermo l'equilibrio quando si parla con i confusi. I confusi non mettono i soggetti quando parlano, cosicché tu non sai mai di cosa o di chi si stia parlando, allora fai delle domande per capire bene, molte domande, chi? cosa? è importante capire bene. Alla fine quello svalvolato sembri te.
Se non ce la faccio a fare dieci chilometri al massimo al chilometro cinque faccio la fine della bambola della bambina a scuola, mi trascineranno per i piedi. "Lasciatemi qui, non voglio rallentarvi. Chiamatemi Anita!"
"Non c'è nessuna Anita, qui".
"Anita Garibaldi, branco di stolti!".
Ho il potere che doma le mucchie, vuoi che mi spaventino dieci chilometri? Ma per chi mi avete preso, dico io.
L'altro giorno a scuola eravamo in giardino. Ero seduta vicino ad una bambina che ha appena iniziato a frequentare. Ha tre anni. Guardo in terra e prendo un ago di pino secco. "Sai come si chiama questo" le dico. "No", mi dice lei. "Si chiama ago di pino. Ago perché punge come un ago (e mi pungo il dorso della mano) e di pino perché è del pino, che è questo albero qui (e alziamo la testa a guardare il pino altissimo sopra di noi).
"E come fa adesso l'ago di pino a ritornare sull'albero?". Mi dice lei.
I bambini hanno questa cosa qui, che ti mettono in un cul de sac con due parole.
Per le mucchie sono pronta, ho i poteri; per i bambini non sempre.
Sono arrivata al pontile e sono tornata indietro. Mentre andavo facevo dei pensieri, al ritorno ho fatto gli stessi pensieri al contrario, mi sembrava come di riavvolgere il nastro.
Domani stiro. E cammino la sera, almeno mezz'ora. E inizio a finire le cose che devo finire.
Non so come finire questo post, tanto per cominciare.
Il mio professore delle superiori diceva che lui era bravo a scrivere i finali, allora quando qualche suo amico scrittore non sapeva come finire un brano, un romanzo, un saggio, lo chiamava e lui scriveva il finale. Diceva che ci sono quelli bravi a scrivere gli inizi e quelli bravi a scrivere i finali. Lui sapeva scrivere i finali. Se avessi il suo numero di telefono lo chiamerei per fargli scrivere il finale di questo post.
No, non è vero, i miei erano tempi che non si chiamava al telefono un prof per chiedergli i finali delle cose.
Quindi niente finale.
Il tempo
7 ore fa
"E come fa adesso l'ago di pino a ritornare sull'albero?". Mi dice lei. :O
RispondiEliminaSì, sono straordinari. Ho deciso che inizio a segnarmi tutto in un quaderno, queste perle vanno ricordate :)
Eliminastirare le mutande?
RispondiEliminagiammai! le mutande sono nella mucchia delle cose da stirare. Niente stiro per mutande, calzetti, asciugamani, lenzuola... la droga costa, bisogna fare diversamente. Si stira lo stretto necessario, il resto lo si piega e ripone :)
RispondiEliminaMa quale droga hai preso poi? :)
RispondiEliminaBello, complimenti.
Silvano
Grazie Silvano :) (Ho sniffato il basilico della terrazza)
Elimina"..gli tiro i componenti.."
RispondiEliminaso che tu puoi immaginare la cosa.
Eliminanon è affatto lungo, si legge in un sol fiato. Complimenti per i suggerimenti al ferro da stiro :)
RispondiEliminale intimidazioni alla mucchia, intendi. Grazie cara, è un'arte che si affina con il tempo e con l'esperienza :)
EliminaQuesto post è molto bello.
RispondiEliminaE non così lungo, è vero che si legge d'un fiato.
I componenti, i pensieri al contrario tornando a casa, ma soprattutto "Delle volte mi sembra di lavorare in un bar di periferia." mi hanno spezzato.
Grande Lia!
per prima cosa, ti ho letta tutta d'un fiato.
RispondiEliminaCASPITA!!
e, riguardo gli incipit ed i finali, quando mi rileggo, o giungo alla fine di quel che scrivo, mi sembra sempre di chiudere il cerchio.
sugli incipit, in realtà mi concentro poco.
ecco, ripensandoci, sono più una tipa da finale... :)))