giovedì 27 agosto 2009

Va bene, ma adesso calmati

Cena. Alla radio, The Who.
Zitti zitti, dici tu, tutte le volte; poi guardi verso l'alto, sospiri. Poi generalmente citi qualcuno o qualche evento o aneddoti vari. Mai gli stessi. E io, tutte le volte, ti guardo ammirata e mi godo il tuo racconto sapendo già che tanto poi non mi ricorderò che qualche passaggio. E il bassista, che è... Che è... (torni a chiedermi)... CHE E'...
Tutte le volte lo fai. Tutte le volte io sparo il primo nome che mi viene in mente, che è sempre Pete Townshend. Tu chiudi gli occhi, triste come se ti avessero detto che è morto tuo nonno, e scuoti il capo. E io, tutte le volte, resto imbambolata a guardarti come quando a dodici anni a scuola mi interrogavano e io, che intanto stavo pensando a CandyCandy, mi sentivo come se mi stessero svegliando con una tromba dritta nelle orecchie. Due occhi così, sguardo fisso e inebetito al quale segue leggero piegamento del capo, aria da cerbiatto in cerca di perdono.
Tu, come al solito, scuoti la testa in segno di rassegnazione.
Adesso basta! Non è possibile che tutte le volte io mi debba sentire così. Quindi ho agito.
E ho fatto questo.



Studio amore, promesso.

3 commenti:

  1. Ops! Non lo sapevo.
    D'ora in poi mi limiterò alla parte gradevole - a raccontare - promesso, amore :).

    Il Marito

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  2. Io facevo la stessa cosa con Flavio. Lo interrogavo. Ora distingue correttamente Lou Reed da Leonard Cohen, son soddisfazioni.

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  3. Io non so se darò mai soddisfazioni tali. Giuro che mi applico, mi applico e più mi applico più mi appiccico all'ansia da prestazione e poi ne viene fuori un pastrocchio tale che l'ho visto più volte scavalcare la terrazza per il fatale gesto. Ma tanto è basso il terrazzo. E' tutta scena. Lui non demorde e io gli sono grata di questo.

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