mercoledì 7 luglio 2010

Di delfini, vacche e ornitorinchi

Io amo nuotare, sono nata granchia, sarà questo, comunque amo l'acqua. Qualcuno invece è nato felino, magari non ama l'acqua più di tanto, mentre adora dar zampate ai granchi.

Quindi quando vado in piscina a fare le vasche sono felice. E oggi ci andai.
Sono felice per almeno tre motivi:
Primo: finalmente mi muovo con criterio, che a far le pulizie sudi ma non consumi.
Secondo: solitudine.
Terzo: pensieri liberi di correre con te avanti indrè nella vasca senza interruzioni.

Inizio con tavoletta, piano piano, calma; son due anni che non nuoti, poi ti scoppia il cuore. Due vasche. Tre, meglio. Quattro va. Facciamo sei e chi m'ammazza.
E già si comincia col pensiero che va.
Rana: ero più veloce dei maschietti. Quattro vasche.
A scuola, quando la scuola non era lo sfacelo che sta diventando, si andava a nuoto. Dalla prima elementare alla terza media. Otto anni di nuoto. Tutte le volte che nuoto ringrazio i miei insegnanti. Due anni di sbattimento gambe per mezz'ora attaccati al bordo vasca prima di passare a nuotare veramente. Però son bravissima a battere le gambe. Sembra, ma non è scontato per niente.
Adesso altro che piscina, a scuola. Se i Comuni hanno ancora i soldi per mettere l'acqua nei rubinetti siamo fortunati. Però non voglio parlare del lavoro. Magari creo un blog, per quello. Lo intitolo "Aahhll'avoro, questo grande sentimento che." Magari. Non so.

Mi fermo, c'è l'acqua negli occhialini. Almeno, lo faccio credere. In realtà son già sfiancata e mi siedo a far finta di sistemare gli occhialini sulla scaletta.

Via, si riparte.
Stile: riga nera - boe - riga nera - boe.

Penso all'amore. Eh certo. A cosa vuoi che pensi una donna lasciata sola con i suoi pensieri? All'amore.

Riga nera - boe - riga nera. Sto spezzando il fiato, non sono ancora morta, il cuore batte regolare. Bene.

L'amore. riga nera - boe - riga nera. Ma quanto ci complichiamo la vita noi esseri umani? Voglio dire, in realtà cos'è "vivere"? nascere, crescere, svilupparsi, riprodursi.
No?

Sistemo occhialini sulla scaletta.
Rana, va.

Partiamo dal nascere. Ecco, già passi un anno di vita che l'unica cosa bella che ti capita è di attaccarti ad una tetta (e i baci della mamma). Per il resto non so, non mi ricordo molto, ma a vedere i pupotti in giro, è un momento della vita che sei completamente in balia di chi ti accudisce, non puoi nemmeno metterti in bocca tutto quello che raccatti da terra, che in realtà è il tuo unico desiderio. Mangi, dormi, hai i dolori di pancia. Già qualcosa sulla vita lo intuisci.

Stile: Boe - riga nera, boe - riga nera. L'acqua non mi entra più negli occhialini. Ci ho sputato e adesso ho davvero rotto il fiato. Parto in quarta.
Vè, tu, vecchio, non vorrai mica andare più veloce di me? Partiamo insieme, te la faccio vedere io. Sono arrivata prima io AH AH. Perché riparti già, nonno? Vabbè dai, io mi devo fermare che sennò mi viene una sincope.

Tavoletta.

Poi arriva lo sviluppo. Cioè, ad un certo punto io mi ricordo che ho finito le Medie, e con le Medie ho finito anche di fare nuoto. Poi dovevo studiare al liceo, spazio per lo sport ce n'era poco. E poi mi ricordo che nel mio corpo c'è stato un momento che spuntavano rotoli ovunque. E' lo sviluppo, dicevano. Oh, puf! le tette. Oh, puf! un culo (pigro), Oh, puf puf puf i brufoli. Ecco lo svilupparsi. Tutto un susseguirsi di inarrestabili puf. Dopo i primi tempi a toccarmi le tette che erano un gioco divertentissimo, mi son venute a noia e son passata ad altri interessi fuori di me. E' lo sviluppo, dicevano.

Stile. Adesso parto davvero. Riga nera - boe - riga nera - boe.
Riprodursi. Facile. Siamo nati per vivere, svilupparci e riprodurci. Siamo nati per farlo, deve essere una roba facile. E invece no. Noi esseri umani l'abbiamo trasformata in una roba complicatissima, in un MartaFlavi Mariedefilippi Sessuologi casini trombamiche cuore sole amore. Non è facile niente, ho capito. Non è facile nascere, non è facile crescere, non è facile vivere e non è facile svilupparsi. Tanto meno è facile riprodursi.

Se nascevo gallina, se nascevo leonessa, se nascevo animale non umano, magari era facile. Non lo so. Mi hanno raccontato i miei al ritorno dall'Etiopia che c'è un uccello, per dire, che costruisce il nido alla sua bella passerina, lo fa con tutti i crismi, e lei aspetta cinguettando e spassandosela qua e là.
Poi lui la chiama e lei, se le piace il nido, bene, è cosa fatta; ma se non le piace, ecco, allora ciccia, la passerina gira il culo e lascia lì nido e uccello. Capito? E lui cosa fa? L'hanno visto, ho le prove. Lui disfa nervosamente a beccate violente il nido rifiutato e ne fa un altro. Sempre per lei. Forse non è questione di essere umani o non umani. Forse è la natura che è così, complicata. E così ce la zuzziamo. Già che siam qui, meglio cogliere i lati divertenti.

Dorso. Vai di dorso che tutta sta rana m'ha fatto venire la lordosi, non è che ho gli addominali, io, che reggo tanto la rana. ahia che male. Mi entra l'acqua dal naso, a fare dorso. Non so perché, non lo so fare bene, forse. Però si vede il tubo bianco enorme sul soffitto che scorre veloce in alto. 'Sta vasca a dorso non finisce mai.

Io alla fine l'ho scampata. Ho trovato l'uccellino bello che m'ha costruito il nido, mi son riprodotta in due mandate, adesso non ho più voglia di riprodurmi ma faccio le prove per finta, regolarmente e con gran divertimento. I sentimenti, però, ecco, quelli non invecchiano mai e turbano per tutta la vita. Non so se è così anche per gli animali. Bisognerebbe chiederglielo. Ma non credo di aver mai sentito un gatto sospirare. Ammazzarsi per riprodursi, sì. Sospirare, mh, no. Non mi risulta. E neanche una gatta. E neanche una mucca. E neanche una gallina. E neanche un orangotango, un coccodrillo, un elefante, due piccoli leocorni.

Esco. Alla fine son stata dentro un'ora. Meraviglioso. Domani torno.

Salgo la scaletta e penso che, alla fine dell'anno, in terza media, ero arrivata a imparare lo stile delfino, o farfalla che dir si voglia (ero anche avanti rispetto agli altri, mi ricordo, che soddisfazione). Ma è finita la scuola, e io non ho mai imparato. Adesso se ci provo, faccio due bracciate e pluf.
Però magari imparo, ho ancora tempo.



(eccomi, dodici anni di vita fa, prima della doppia riproduzione e altre quisquilie. Egitto, nuoto vicino ad una delfina incinta, in mare aperto. )

4 commenti:

  1. Sono felice per almeno tre motivi:
    Primo: finalmente mi muovo con criterio, che a far le pulizie sudi ma non consumi.
    Secondo: solitudine.
    Terzo: pensieri liberi di correre con te avanti indrè nella vasca senza interruzioni.

    VERO! Finalmente qualcuno che lo dice! Ciao

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  2. Vero, vero? Infatti, diciamolo casso, e sennò cos'è l'emancipazione? Non radersi l'assielle? Eh no, eh. (radiamocele). Ciao, ti devo ancora un manichino, tra l'altro. Ah, no, siamo pari :)

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  3. Che bello... Leggo un tuo post e va giù, liscio come l'acqua... Io, come te, adoro la piscina (raggranellassi uno stipendio decente per potermi iscrivere ci andrei porca zozza (periodo di rinunce e di 'ricomincio da zero' e la prima cosa che torna a zero in questo caso sono i soldi)) principalmente perchè fatichi senza sudare e ora ho capito che adoro il tuo modo di scrivere perchè a leggerlo non sudi, ma nemmeno fatichi.

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