mercoledì 8 dicembre 2010

Venezia parte secondua

Organizzo io, e questa volta niente cialtronate.
Mattina presto, si parte in orario, tanto che nonostante la congiura bolognese riusciamo ad arrivare a Padova, a vedere la mostra, a mangiucchiare qualcosa e ad essere in stazione con, addirittura, largo anticipo: dobbiamo prendere al volo il treno degli splendidi che son partiti da Vicenza. Direzione: Venezia. Ore: 14.
Appuntamento preso, è tutto ok.
Van, guarda il binario del treno numero 5493, mi raccomando, un locale, direzione Venezia. Binario 11. Sicuro? Sì. Ok.

Allora: ci siamo io, il largo anticipo, il Van, il trolley, la borsettina, il berrettino, la sua ziga accesa e poi spenta, io seduta nella panca di ghiaccio e lui in piedi, solo noi due, alle ore 13,50 del pomeriggio, noi soli che aspettiamo il treno numero 5493 al binario 11. Precisione contro cialtronismo. Basta, da oggi la mia vita è cambiata. Niente cazzate, niente improvvisazioni. Sono stata brava, vero Van? Sì tesoro. Grazie. Ok.
Mi sento talmente in gara contro il mio cialtronismo (Lia uno, cialtronismo zero, autostima mille) che sono anche seduta tutta precisa con la schiena dritta, le gambine chiuse, le mani sulla borsa. Sembro un po' mia nonna. Gli splendidi saranno fieri di me. Non sono più quella che arriva quattro ore di ritardo.

Sms della splendida: siamo in testa, praticamente guidiamo noi. Risposta mia (un po' tronfia): Siamo già sul binario. Quando arrivate, affacciati.
(Sono felice, sono stata bravissima. Ho un sorriso e una felicità in faccia che faccio anche un po' pena. O fastidio. Dipende.).

Aspettiamo e ad un certo punto, nel silenzio del vuoto della solitudine del binario numero 11, sento un urlo provenire dal binario 8. Incredibile: il mio nome. Incredibile, ma quella che urla sembra la splendida. Incredibile: è la splendida. Che urla. Il nostro nome. Affacciata a un treno. Del binario 8, però. E che dice: ma cosa fai seduta lìììììì?

Io mi ricordo solo che urlando Non ce la faremo maiiiiiiiiiii, afferro il trolley che se ne stava elegantemente posizionato di fianco a me, e corro, corro,
e che poi volo giù dalle scale del binario 11,
e che poi devo salire le altre scale del binario 8,
e che poi affronto la gente che scende da quelle scale, e che sembra un milione di esseri umani,
e che poi corro come salmone che risale contro corrente per deporre le uova,
e che poi eroica riesco a lottare contro il destino che mi rende sempre comunque cialtrona,
e che poi, finalmente, con un salto aggraziatissimo, riesco a salire sul treno.

Sudata come una capra, mi accorgo che dell'aplombe di mia nonna non ce n'è più nemmeno l'ombra, morto lungo la risalita salmonica contro la cascata umana.

Quando lo splendido ci viene in contro, in treno, io riesco solo a dire, affranta e a spalle calate:
Te lo giuro, non è colpa mia.

(continua)
(forse)

12 commenti:

  1. Guarda, son sicuro: era sbagliato il tabellone elettronico al plasma fatto alla NASA e sincronizzato dal CERN. Sicuro.
    uff...

    (poi, salendo in salto, sei quasi cascata e le studentesse universitarie fini fini si son chieste "ma dai ma come fa questo che si vede che è un signore e una personcina a girar con questa". Sicuro anche di questo.
    uff...)

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  2. madonna santga che angoscia, sembra la scena del treno del dottor zivago, adesso mi prendo un lexotan e mi calmo

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  3. Gary Coopo, mi son fatta un giro nei tuoi blog (ma belli molto). Te pensa, io sopravvivo a me stessa perché il lexotan lo produco io me stessa da sola col mio sangue interiore. Credo. Altra spiegazione al mio essere ancora viva e mentalmente sana non vi ho :P

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  4. Eheheh racconto di grande ritmo - ma il tabellone al binario non c'era?

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  5. Mitia, :D
    Silas: c'era c'era. Ma da Padova a Venezia ci sono quindicimilasettecentoventinove treni al minuto. E' un po' fatica, diciamo. :D

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  6. ecco, questa forma di autoproduzione e "chilometri zero" applicata al lexotan non l'avevo ancora sentita :)

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  7. ...appena mi scende il livello di lexotan che autoproduco, sempre in lotta con l'adrenalina che autoproduco, anche quella, a causa dal cialtronismo che mi è proprio; che poi diciamolo, alla fine il cialtronismo, oltre a difendere dalla noia perché ti capitano un sacco di casini, a te, ai tuoi cari e anche ai tuoi vicini, se in quel momento ti sono vicini, il cialtronismo fa anche smaltire, perché, come diceva mia nonna, chi non ha la testa ha le gambe, e io infatti le ho e mi tocca anche correre; ecco, quando ci sarà equilibrio tra queste due forze, ma cosa stavo dicendo? mi sono persa nelle incidentali.

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  8. ripensare col senno di poi a quel quarto d'ora da leoni credo che faccia male

    Tenebrae (un altro cialtrone)

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