Senti senti.
Il premier ha urlato, ho sentito alla radio adesso mentre stiravo, ha urlato che le scuole pubbliche non educano bene, perché gli insegnanti della scuola pubblica inculcano agli studenti valori diversi rispetto a quelli che vogliono inculcare i genitori. E che è giusto, ha detto, che i genitori scelgano a quali scuole far andare i propri figli e quali idee siano loro inculcate.
(Cito a memoria, ma è fresca, non s'allontana tanto dalle parole esatte, l'ho sentita qualche minuto fa).
Lasciamo perdere per adesso l'ennesimo attacco alla scuola pubblica (e ai suoi insegnanti, tra cui IO) e lode a quella privata, perché mi sale la colazione del 52 che non ero ancora nata. No.
(eventualmente però vi rimando qui e qui).
Mi fermo a riflettere su questo, invece, altrettanto grave e pericoloso: educazione, per il premier, è inculcamento.
Evviva.
I prosciutti
7 ore fa
Calpesti una mezzatazza morta con queste parole.
RispondiEliminaMi vengono i brividi.
Già. Non sai a me: uno solo, gelido, lungo la schiena.
RispondiEliminaSe ci pensi, la formula educazione=inculcamento quadra tantissimo nel insieme che si è conformato attorno, ovvero il suo "regno dei media". Infatti lui non fa altro che inculcare, con le sue tv, radio, ecc, il messaggio. "comunisti, comunisti, comunisti" tutto il tempo.
RispondiEliminaSaluti!
Keteremillpario
Eh certo, lui non concepisce lo sviluppo critico di un'idea, a partire da vari fattori ed elementi diversi. (Anzi, tale forma mentis è il suo nemico mortale!)
RispondiEliminaPer lui le cose si ficcano in testa solo inculcandole. (O comprandosi la testa dei propri seguaci)
Vero, e il discorso è lungo. La politica da sempre controlla e agisce sul sistema formativo, questo non mi stupisce. Ma nella storia della scuola italiana sono state anche scritte pagine importanti che l'hanno fatta crescere e maturare (vedi l'inclusione dei bimbi portatori di handicap nelle classi, ad esempio, per la quale cosa siamo invidiati e imitati da altri paesi, almeno finora, ma temo che non durerà. O il tempo pieno, altro grande assassinato di oggi). Ma mai prima d'ora avevo sentito parole tanto barbare, ignoranti e pericolose dette con violenza e arroganza. Educare non equivale MAI a inculcare, né idee né modi di pensare o vivere, né si riduce ad un mero trasmettere informazioni. Ogni Maestro (e ce ne sono tanti, credetemi, molti di più di quanto vogliano far credere) lo sa perché lo ha studiato prima e lo vive ogni giorno nella sua esperienza in classe. Insegnare, "educare" è un mestiere meraviglioso, straordinario e incredibilmente delicato, e si alimenta e vive nelle relazioni umane, in reciprocità, vive e si trasforma nel rispetto della persona che cresce e che matura; e ci si accompagna, si fanno pezzettini di strada insieme ogni giorno. Vedere, scoprire e accompagnare una persona nel suo percorso di crescita (globale) commuove nel suo senso più alto, perché permette anche di scoprire se stessi. Ce ne sarebbe da dire. Chi non sa dovrebbe stare zitto e avere rispetto. Inculcare è un verbo che fa male. Io altro non dico, sento lo schifo. Spero che si muova il pensiero critico, invece, e presto. E che si propaghi.
RispondiEliminaResistenza all'ignoranza. Io non mollo, e non mi dimentico.
Ma dai, ha già dichiarato di essere stato travisato...
RispondiEliminaTutto ciò che non gli dà profitto personale immediato è comunista, postribolo, antilibertario, attentato alla democrazia e via dicendo. È da molti anni che attentano alla scuola pubblica, con i tagli previsti nella finanziaria e tutte le varie politiche volte a impoverirla e svuotarla di significato. Vuoi dire che l'obiettivo è quello di farla scomparire definitivamente per poter dare spazio solo alla cultura commerciale, quella in mano ai privati, che porta sempre maggiori introiti economici e sia facilmente manovrabile?
RispondiEliminaGhiaccio: sì, abbiamo frainteso, come sempre. Manina Futura: scomparire? no, non serve. Anzi. Depotenziata e delegittimata del tutto, cosa potrà offrire? Gli insegnanti e la loro passione da soli non bastano, e alla lunga le bastonate piegano chiunque, dai oggi dai domani è facile che ti deprimi. Il disegno è chiaro (vedi legge Aprea): lo stato finanzia le private e le fondazioni che sarano a pagamento, che avranno strutture nuove, sussidi didattici e quant'altro (poi la qualità dell'insegnamento non so, dipende da cosa "inculcano, no?"). Invece la scuola pubblica niente, sempre meno ore, sempre meno soldi ai comuni per le strutture, sempre meno soldi alle direzioni. Chi non può permettersi le private si cucca la statale. La statale non riesce più ad offrire niente? Oh, pace, chissenefrega. Alè. Fine. Due tipi di scuola per due categorie di persone. Ma lui l'aveva detto chiaramente, eh. Il figlio dell'imprenditore non può andare nella stessa scuola del figlio dell'operaio. Non ve lo ricordate? Io sì. Lo ha dichiarato chiaramente due anni fa.
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