domenica 5 febbraio 2012

il distributore

Mi ricordo, correva l'anno 1994, era gennaio, io ero in Argentina e viaggiavo con un'amica e uno zaino piccolissimo, un invicta in cui c'era veramente lo stretto necessario per un viaggio che durò 40 giorni. Ero in Argentina e in quella tappa viaggiavamo in un pullman che ci avrebbe portato a sud. Un viaggio che durò dal tramonto all'alba.
Ricordo la strada dritta e il sole che tramontava a destra e la mattina dopo sorgeva a sinistra, e che nel frattempo era cambiata solo la posizione del corpo sulla poltrona del pullman.
Ma quella non fu l'unica cosa che mi affascinò.

Come è noto lì la bevanda è il mate e per berla (seguono descrizioni brutali, perdonatemi, o voi argentini) bisogna scaldare l'acqua e poi metterla dentro il mate (il contenitore) dove prima si era messa la yerba e poi, con una cannuccia fatta apposta, succhi il liquido che si forma, una specie di tè dal sapore forte. Ed è un'azione collettiva perché se siamo in sei, in sei beviamo tutti dallo stesso mate e dalla stessa cannuccia, e questo viene passato da mano a mano; ogni tanto si aggiunge acqua. Tutti bevono Mate dalla mattina alla sera, si portano in gita l'occorrente, non manca in nessuna pausa del giorno e ogni scusa è buona.

Mentre scendavamo giù al sud con il pullman, quella notte, avevo notato che l'autista aveva il suo mate (tiene svegli, un po' come il caffè, anzi di più).
Più scendavamo al sud e più era freddo, stavamo per andare a Calafate dove c'è il famoso ghiacciaio, il Perito Moreno, e anche se era estate, all'epoca, lì, faceva un freddo cane.
Ebbene, ad un certo punto il pulmann fa una pausa. Scendiamo a sgranchirci le gambe, saranno state le due di notte, e io mi accorgo che c'è un distributore dove la gente va con il termos per riempirlo di acqua. Grande! ho pensato, Che segno di civiltà. Ma ancora è niente: il distributore distribuiva acqua calda per farsi il mate. Acqua calda, capite?

Ricordo che questa cosa qui,dell'acqua calda, mi aveva affascinato moltissimo.
E così ieri, mentre studiavo alcune cose che riguardano il rapporto tra oralità e scrittura, narrazione e oralità terziaria, mi è tornato in mente quel distributore e poi mi è venuto da mettere le due cose in relazione.

E mi è nata un'idea: il distributore di storie.

Cosa sarebbe trovare alla fermata dell'autobus, o della metro, un distributore di storie gratuito? Ne abbiamo bisogno come dell'acqua calda per il mate, di storie, e allora c'è questo distributore in cui tu infili una chiavetta usb o il cavo del telefono supertecnologico e ti scarichi delle storie, che poi sono le storie di altri che, con la loro chiavetta usb o cavo o chennesò, hanno riempito il distributore. E infatti se vuoi puoi anche mettererci dentro le tue, di storie.

Il distributore gratuito di storie. Per me l'umanità progredirebbe un sacco.

(io, se esistesse, ogni tanto andrei ad abbracciarlo)



17 commenti:

  1. e io sarei tanto felice, più o meno con una faccina così :')
    (nuovi appuntamenti: "andiamo ad abbracciarci aldistributore di storie")

    RispondiElimina
  2. Sì ma solo fossero belle, perché di storie pessime ne mettono fuori abbastanza gli idioti e i giornali.
    Non senza un frequente concorso di colpa.

    RispondiElimina
  3. Esistesse, esistesse. ;)
    In un paese della bassa padana, avevano messo un tabellone e attaccati c'erano tanti racconti (lunghi un foglio, non di più).
    Chi voleva, passava, prendeva e poi, con comodo, leggeva.

    RispondiElimina
  4. Praticamente era il nonno del "distributore" :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì.
      Tra l'altro, nel parcheggio dove, di notte, s'imboscavano i giuovani, avevano messo un "dispenser" di poesie sull'amore.
      Si potrebbe lavorare anche su questa idea...diversificare il prodotto. :)

      Elimina
    2. questa delle poesie d'amore d'imbosco mi fa un po' ridere :D

      Elimina
  5. Risposte
    1. E' un pensiero che ho fatto anche io, solo che il distributore, oltre ad essere una cosa fisica -tangibile- e collettiva (che gli dona un che di poetico), non ha bisogno di connessione. Poi il distributore ha solo storie, è lì *solo* per raccontare! :)

      Elimina
  6. In posta esiste una cosa simile! E' una scatolina di cartone che contiene dei librini di una decina di pagine di racconti per ingannare l'attesa (addirittura per ogni racconto ti dice anche quanti minuti ti servono per leggerlo!). I librini in questione si chiamano "Linea Gialla" ma peccato che per entrarne in possesso si debba oltrepassare la linea gialla che NON si può oltrepassare se non è arrivato il tuo turno :))))))

    PS: arrivo qui dal blog della Sidgi, mi piace come scrivi e quello che scrivi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie Wood, benvenuta! Non ho mai visto i librini di cui parli, oltre la "linea gialla"... che geni :D

      Elimina
  7. Sarebbe fantastico, sì, decisamente :)

    RispondiElimina
  8. Lia, sei sempre la caramella con dentro la lampada e il genio, dannazione.

    Inizi con un racconto che già ti prende (poi a me, amica di argentini, figurati, une delle mie amiche girava sempre pure lei col thermos). Poi mi tiri fuori oralità e scrittura e le connubi così e, tanto per dirti quanto ti sento forte e chiaro, "Oralità e scrittura" è l'esatto titolo di un super libro che è facile che tu ami, io l'avevo come libro di testo per un esame e mi ha flashato.

    Ma poi 'st'idea del distributore.
    Mi fai impazzi'.

    E no, non è il mondo dei blog, concordo.

    Però aggiungo:
    - a Milano c'è Subway, in Metro, non puoi mettere le tue ma puoi pigliare le altrui, anche se solo facenti parti di quella collana (idea ganzissima, anche se non free quanto la tua, meno magica);
    - nelle Self Aree di Lucca (non ricordo quali edizioni) c'era esattamente il distributore di fumetti autoprodotti, s'eri fumettista autoprodotto anche te, andavi e mettevi, se ricordo bene (magari dovevi chiedere aiuto o permesso, ma era tranqui).

    La tua idea è più capillare e, soprattutto, magica in quanto immaginata come doverosa: supponi un'umanità più cosciente del suo bisogno di storie, benché non prettamente primaria, proprio come gli argentini ben sanno quanto necessitino il mate (be', noi abbiamo il caffé, comunque... ti stupisce il diverso, ma non c'è differenza, no?).
    Insomma, umani, sappiatelo: we need to tell and we need storytellers.
    [Scusa, ogni tanto ho ruttini anglofoni]

    Detto ciò...

    Mi disegni il mondo?

    RispondiElimina
  9. Eta grazie, ti bacio tanto (e ti aspetto...)

    RispondiElimina
  10. Risposte
    1. e immaginarsi un tavolo di designer a pensare alla sua forma, ai suoi colori, a dove posizionarlo in giro per la città... che figo perdersi in queste fantasie! E poi: i "distributori" sono tutti in rete tra loro? Oppure ogni città ha le sue storie, cosicché saranno i "viandanti" a portare le storie di città in città? Alora diventa un po' come un ponte tra figure del passato e possibilità del futuro... (basta, mi fermo altrimenti non finisco più) ^.^

      Elimina
    2. Secondo me sei a un passo dal disegnarla e a due dal costruirla... :D

      Elimina