martedì 24 novembre 2009

Che il cuore è nella pancia

Vedere il mondo con gli occhi di un bambino è possibile solo se lo sei, un bambino, perché il bambino vede certe cose per la prima volta, il suo sguardo è vergine, non ha ancora attaccato etichette a tutte le cose, ché ci mette un po', ad attaccare le etichette. Quindi si fa presto a dire "Guarda il mondo con gli occhi di un bambino". Non si può. Si fa per dire.

Però l'altra sera stavo tornando a casa e c'era una di quelle belle nebbie fitte. Per strada c'ero solo io.
C'è un cavalcavia che devo fare, lo faccio centomila volte al giorno; e c'era una fila di puntini tondi luminosi, uno dietro l'altro, allineati nel mezzo del cielo, creavano un disegno sfocato. Me li sono goduti, erano bellissimi, non mi sono neanche chiesta cosa fossero, palloni luminosi sfocati nel mezzo del cielo; erano belli e basta, erano allineati e facevano una curva in su e poi una in giù e si perdevano dentro la nebbia, correvano fin là in fondo. E a guardarli mi è salita quell'eccitazione che è bella, paurosa, uhauahahua, così, da spalancare gli occhi, da spalancare la bocca. Che il cuore è nella pancia.

E allora mi sono avvicinata piano piano. Erano i lampioni. Erano, semplicemente, i lampioni. E' perché non si vedeva la strada, è perchè si vedevano solo loro, è per quello che non li ho capiti subito. E' per quello che me li sono goduti, così, senza chiedermi perché e percome, a occhi sgranati, come fa un bambino quando vede le cose per la prima volta, ancora senza etichette sopra, da solo con il suo incanto, con il suo stupore, con quella paura che è bella e che gli sale su dalla pancia.

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