domenica 30 agosto 2009

Abbraccio

Io sono tra quelli che scarabocchiano sempre. Al telefono, mentre mangio, mentre qualcuno mi parla, mentre penso ai fatti miei. Anche quando ero a scuola, invece di prendere appunti, scarabocchiavo. Mi aiuta a concentrarmi ma è risaputo che ai prof la cosa non piaccia. A parte qualche illuminato (o semplicemente menefreghista) tutti me lo impedivano e da quel momento non seguivo più una parola. Persa. Però li guardavo dritti negli occhi e allora erano felici. E oggi, durante i Collegi Docenti o la Formazione, idem: ho gli appunti pieni di scarabocchi.

Prima ho fatto cerchi. Poi osservandoli un po' è successo che ho visto qualcosa. Ho aggiunto due nasi. Mi piace, sembra un abbraccio.

sabato 29 agosto 2009

"Fra Battere e Levare"

In casa ho una cartolina, la foto riproduce una scultura di Luca Fabbri della quale mi sono innamorata. L'ho osservata per giorni attaccata al frigo e poi ho deciso di disegnarla. Nella scultura l'uomo ha in mano un cuore; nel mio disegno no. Non so perchè. Dietro la carolina c'è un testo, di Nicoletta Verzicco. Lo riporto.


"Voltai il capo e chiusi gli occhi nel momento stesso in cui ti donai il mio cuore. L'avevo immaginato, il mio cuore, lo avevo immaginato battermi in petto, esaltarsi nel ritmo per un sussulto o fare meno rumore per non disturbare il mio riposo. Niente di dovuto. Il cuore. Mi aveva regalato la sua compagnia, discreto o insolente, mai inutile mi aveva costretto a respirare per la vita fino a quando il cuore tuo mi impose di vivere per te. Allora, esso, volle diventare protagonista e battè per impeto e passione, per emozione e pudore, per dolore e gioia, per rabbia e pazzia. Ad esso chiesi tregua, me la negò. Gli suggerii il raziocinio, rise di me. Il mio cuore, ormai, rispondeva solo ai battiti del tuo. Fu dopo un lungo dialogo con la sua armonia durante il quale mi apparve chiaro che esso era compositore e strumentista, direttore d'orchestra e coro, fu dopo parole dette in battere e levare che lo strappai dal mio torace. Era caldo, pulsante, sconcertato, ma era in mano mia. Sospirai e voltai lo sguardo, chiusi gli occhi per non vedere il tuo viso spaventato da tutto l'amore che, per sempre, ti donavo. L'ultimo battito del mio cuore fu per il tuo."


Ho usato l'arte altrui per me. Si può? Non si può? Non lo so. Io solo, voglio rendere omaggio.
(La scultura è diversa, ovviamente. Ed è splendida).

venerdì 28 agosto 2009

Teorema delle quindici

La normalità è condizione necessaria ma non sufficiente.

giovedì 27 agosto 2009

Va bene, ma adesso calmati

Cena. Alla radio, The Who.
Zitti zitti, dici tu, tutte le volte; poi guardi verso l'alto, sospiri. Poi generalmente citi qualcuno o qualche evento o aneddoti vari. Mai gli stessi. E io, tutte le volte, ti guardo ammirata e mi godo il tuo racconto sapendo già che tanto poi non mi ricorderò che qualche passaggio. E il bassista, che è... Che è... (torni a chiedermi)... CHE E'...
Tutte le volte lo fai. Tutte le volte io sparo il primo nome che mi viene in mente, che è sempre Pete Townshend. Tu chiudi gli occhi, triste come se ti avessero detto che è morto tuo nonno, e scuoti il capo. E io, tutte le volte, resto imbambolata a guardarti come quando a dodici anni a scuola mi interrogavano e io, che intanto stavo pensando a CandyCandy, mi sentivo come se mi stessero svegliando con una tromba dritta nelle orecchie. Due occhi così, sguardo fisso e inebetito al quale segue leggero piegamento del capo, aria da cerbiatto in cerca di perdono.
Tu, come al solito, scuoti la testa in segno di rassegnazione.
Adesso basta! Non è possibile che tutte le volte io mi debba sentire così. Quindi ho agito.
E ho fatto questo.



Studio amore, promesso.

domenica 23 agosto 2009

Non sembra neanche vero

Correva l'anno 2002 quando, in una nota libreria per l'infanzia della mia città, mi innamorai follemente e per sempre di una maialina. Sto parlando di Olivia, di anni cinque, esplosione di allegria e ironia, genio nel suo essere cinquenne, nata dalla matita del disegnatore e pittore americano Ian Falconer. Chi la conosce capisce il perché di quel colpo di fulmine. Chi non la conosce mi ringrazierà, forse, per avergliela presentata.
Quel giorno portai a casa Olivia ed ero felice come una bambina.
Da allora ne ho acquistati altri due e sto per regalarmi il quarto. E ogni volta sono felice come una bambina.

Pochi giorni fa passeggiavo con una cara amica per le vie della città.
Vieni, le ho detto, ti faccio vedere la libreria dove vado sempre, così ti mostro anche Olivia. La libreria però era chiusa per ferie. Sbirciando attraverso la prima vetrina abbiamo potuto vedere che le proprietarie hanno fatto disegnare, in una porta interna al negozio, una delle tavole del primo libro di Olivia. Io amo quella maialina. E anche loro amano quella maialina.
Seconda vetrina.
Guarda, le ho detto, hanno messo il primo libro di Olivia in vetrina! Ci credo, è fantastica. Poi ho buttato l'occhio distrattamente per vedere cos'altro c'era esposto. Di fianco a Olivia c'erano ben sistemate tre copie aperte di un altro libricino. Il mio. I L M I O? Ma quello è il mio libro. Ma quello è "A Sara piace chiudere gli occhi". Saraaa Saraaaa Saraaaa.
Sara era lì a fare la bella di fianco a Olivia. Ed era stata lì esposta per tutto il tempo di chiusura della libreria. In bella mostra. Di fianco a Olivia.
Solo dopo inquantificabili minuti di catatonia sono riuscita a muovermi, a respirare e a chiudere la bocca dalla quale pendeva una inguardabile bava.

No, la mia amica non mi ha dovuto schiaffeggiare. Però ha dovuto trattenermi dal baciare la vetrina e dal mettere in atto tutta una serie di reazioni che lascio alla fantasia di chi mi legge e/o mi conosce.
Allora, poi, con contegno, mi sono limitata a fotografare la vetrina.



domenica 16 agosto 2009

Ferragosto in spiaggia

"Amore cucciolo", ho detto, "oggi è una giornata un po' particolare, non ti allontanare troppo senza dirmelo, ok?"
"Sì, ma perchè?"
"E' ferragosto, succede che alcuni tirano i gavettoni, ci si può fare male, e poi girano strane persone, c'è molta confusione... insomma, avvisami se ti sposti, ok?"
Va bene, ha detto lui.
Poi siamo andati a fare il bagno con discreto divertimento da parte mia, devo dire, che ho potuto sfogare un cicchettino di rabbia repressa con lanci di figlio (anche chiamati tuffi) e con spruzzate d'acqua marina in faccia a manate continue e insistenti con inseguimento. Innocui giochi da spiaggia, insomma.
Ad un certo punto mio figlio mi si è avvicinato con uno sguardo da complotto e mi ha sussurrato: "Mamma..." e io "eeeh" e lui " hai presente che mi hai detto che oggi ci sono persone strane in giro?".
Io mi sono guardata attorno, a cercare di chi parlasse, per poi dire curiosa: "Sì, ne hai vista una? Dov'è?"
E lui guardandomi serio in faccia ha sussurrato: "Sei tu".

Lo so, lo so, non infierite.

giovedì 13 agosto 2009

Estate italiana 2009



Ci sono cose che mi fanno rabbia, poi ci sono cose che mi fanno tristezza, e poi ci sono cose che tutt'e due.
Credo di essere diversamente italiana.

Neologismi

Ho avuto una notizia che mi ha reso molto triste: "infragilire" è una parola che esiste già, è già usata e non è neanche considerata un neologismo.
Proprio adesso che ero convinta che sarei stata inserita in pompa magna nel Devoto Oli per questo nuovo meraviglioso termine da me inventato (sì, credevo...), e che avevo scoperto che anche i franscesi ce l'hanno, niente. Niente. Sono delusa e amareggiata.

E allora ho inventato un nuovo termine, proprio per l'occasione. Signori e signori.... papapapaaaaaaa:

Il MENESBATTISMO.
Cià

mercoledì 12 agosto 2009

Sai di buono

Ho come l'impressione che le anime buone profumino. E le case delle anime buone profumino, anche. Ma il profumo di cui parlo non è quello artificiale. C'è un profumo di buono, c'è un profumo di bello, di bene. Non so in che altro modo dirlo. Ed è tutto il giorno, oggi, che penso ai profumi. A me gli odori mi si attaccano addosso. Gli odori, i profumi delle persone, delle case, di certe situazioni, io me li porto dentro. Io annuso l'aria, come l'animale che prende informazioni. E lo faccio ormai in modo consapevole; ho imparato a fidarmi degli odori. Raramente mi sbaglio.

Ci sono anime caramelle, ci sono amine salate, anime speziate e anime piccanti; ci sono anime malate e anime sole. Ci sono anime spaventate e anime depresse. Ci sono le anime bambine con gli occhi grandi sul mondo; ci sono anime che hanno fatto del dolore una corazza. Ci sono quelle che cercano prede dietro i cespugli e anime che vivono braccate. Ci sono anime deluse, anime aride. E ci sono anime ferite.
E poi ci sono le anime colorate che sanno di giorni allegri a ballare il valzer con un marito ormai andato, quelle con la fascia turchina a tener su una testa cotonata di capelli bianchi e occhi lucenti.

E tutte queste scie, tutti questi profumi di vita si mescolano nelle case, nelle scuole, nelle spiagge. Si mescolano odori al bar, sull'autobus o per le strade di una distratta giornata di riti ordinari.
Si mescolano, i profumi, sembrano confusi gli uni negli atri.
E allora io mi fermo, li riconosco, li distinguo e aspetto. A volte ci sono profumi che hanno storie che si vogliono raccontare.
E io mi limito ad ascoltare, con il mio naso.

martedì 11 agosto 2009

La fragilità emotiva

Sto leggendo un libro molto triste. Io non devo leggere libri tristi perchè sono emotivamente fragile. E i libri tristi mi infragilano. 'Spetta: infragileno. No, no. Infrangilentano. Mmh, no. Infragiliscono. Neanche.
Infra...
Infradito.
Infatti, perchè le infradito della mia vicina di ombrellone sono più belle delle mie, uffa.

(Il libro in questione è Stabat Mater di Tiziano Scarpa, quello che ha vinto il premio Strega e che c'è Antonio Scurati che non se la può prendere e sono ancora lì che litigano come matti. Penso che leggerò anche il suo, a questo punto, infragilendomi anche con lui).

Per i più pignoletti:

Infragilendomi
Voce del verbo infragilire (passivo: essere infragiliti): io infragilo, tu infragili, egli infragila...
C'è anche la variante tempo futuro, bellissima: Io infragilirò.

Significato: rendere fragile qualcuno o qualcosa

Esempi:
Forma attiva: questa mattina ho infragilito le palle a mio marito in tanti modi diversi.

Forma passiva: questa mattina, dopo aver infragilito in molti modi le palle a mio marito, le mie sono state infragilite dai bambini, per la proprietà della reciprocità.

Proprietà della reciprocità: non far mai mancare nulla ai componenti della tua famiglia.

lunedì 10 agosto 2009

In coda

Quando ci sono i lavori in corso e sei in macchina, in coda, a volte succedono le cose più strane. Quel giorno avevo davanti un camion, dietro un’auto con due tizi sulla cinquantina. Molto seri. Lei parlava, parlava, parlava. E lui zitto. Ma la cosa strana (potevo farmi i fatti loro senza essere vista, da vera merda) era che lei parlava senza gesticolare minimamente. Mai. Non si è mai voltata verso di lui. E lui neanche. Dritti. Seri. Immobili. “E’ una giornalista” ho pensato, “sta dettando un pezzo al registratore”. Immobili. E lei parlava parlava parlava. Immobile. Muoveva solo le labbra. “E’ al telefono e io non vedo l’auricolare. Dai, non è possibile un dialogo del genere” E lui con le mani sul volante, fermo, serio, zitto. Almeno dieci minuti così.
Poi è passato sulla sinistra uno in moto quasi strisciandoli. Il tizio si è affacciato dal finestrino e gli ha fatto il gesto col braccio. “Oh, l’ha interrotta. Vedrai che adesso ha smesso di frantumargli le palle, a questo pover’uomo”. E infatti lei zitta. Tutti e due zitti e seri, adesso.
Poi lei si è messa il rosario al collo.

domenica 9 agosto 2009

Il lato del letto

Sto pensando a questa roba qua: c'è un momento, nella vita di ogni coppia, in cui si decide in che parte del letto stare. Forse è la prima volta che si entra nella casa in cui si abiterà, in affitto o propria, o già viene automatico dalle prime volte che si dorme insieme (dopo aver fatto l'amore, chiaro).
Però è così. C'è un momento in cui si decide. I motivi sono diversi, può essere che decide lei, perchè lei decide tutto e deciderà la cucina, il colore delle tende, la disposizione dei mobili della camera dei bambini, due, un maschio e una femmina; può essere che venga per caso. Cioè ci si butta lì per provare il letto e il gioco è fatto.

Io mi ricordo bene come è andata. Siamo entrati nella camera e io, rotolando sopra al letto, ho scelto da subito il lato destro. Però era vicino alla porta, in quell'appartamento in affitto di due stanze e un bagno. E allora lui ha detto No, ci dormo io qua, che se entra qualcuno ti difendo (certo, ho pensato, ammazza prima te, poi fa di me ciò che vuole. Ma tanto è stato carino il gesto che Ok tesoro, ho detto, io sinistra e tu destra.)
Da allora abbiamo cambiato diverse case ma io ho sempre dormito sul lato sinistro. E anche quando capita che andiamo in vacanza, o siamo ospiti da amici, io dormo a sinistra, lui a destra. E sarà così per sempre.

Ora mi viene un desiderio folle: conoscere una coppia che si scambia così, quotidianamente, a caso, il posto nel letto.
Per me non c'è.

Dialogo

Sto leggendo un libro, un bel libro di cinquecento pagine circa. Sono verso la fine e sono pure un po' triste: so che chiusa l'ultima pagina mi sentirò sola, e che per un pezzetto non riuscirò a prenderne in mano un altro, quasi per una sorta di strana fedeltà.
Anche mio figlio di otto anni sta leggendo un libro, anche il suo conta circa cinquecento pagine.

Dialogo:

Io (sospiro): Che bel libro.
Lui: Anche il mio.
Io: Non ti dispiace che finisca?
Lui (spallucce): No. Tanto poi lo rileggo.

Già, da piccoli succede proprio così.

martedì 4 agosto 2009

Dirlo con una caffettiera



Giornata uggiosa roba da stirare pulire casa
caldo pioggerellina mestruazioni.
Non aggiungo altro.