venerdì 16 febbraio 2018

oggi

Un gatto rosso attraversa, silenzioso, una strada deserta, poi s'infila giù per la ringhiera. Non c'è nessuno, in giro. Son poi le dieci di mattina, ma dove son tutti? dormono ancora? Chiusi in casa, stanno. Fa un freddo. E noi si va al lavoro, uno dietro l'altro, in macchina, per la strada grande. Qua e là, zitti, respirano gli alberi in mezzo ai campi, ci son tre oche in un giardino, passa un fagiano in volo. E' tutto qui, mi sembra, quel che vedo di vivente. Che noi, a guardarci bene, dentro le macchine che van per la strada grande, non sembriamo poi mica tanto vivi.Vè mo là, però, ci son le prime gemme sui rami nudi stecchiti,  e il sole è più alto di ieri, a sinistra, sul bordo del campo.




mercoledì 14 febbraio 2018

margini di miglioramento

Prima, mentre mi facevo il bagno, caldo, con la schiuma, con il livello dell'acqua da annego, mi sono venuti in mente due ricordi. Il primo narra di quando facevamo il bagno io e mia sorella. Finché riuscivamo a stare entrambe dentro la vasca, tutto è andato abbastanza bene. Poi siamo cresciute e abbiamo dovuto fare i turni per chi lo faceva prima, ovviamente nella stessa acqua. E quando toccava a me, il secondo turno, ero tristissima, acqua fredda e sporca e poca.
Un giorno l'ho minacciata di non fare la pipì dentro e lei mi ha guardata con la faccia che diceva Che bella idea! e poi la faccia è cambiata in La sto facendo adesso.

E l'altro ricordo è questo: verso i vent'anni, una mattina, entro in camera mia e trovo un ragno nero grosso e peloso sul mio cuscino. Presa dallo schifo e dallo sconforto (terrore no, non mi fanno paura), inizio a pensare a come sbarazzarmene senza ucciderlo e quindi penso penso penso penso, ragiono ragiono ragiono, faccio dei calcoli, pure, e intanto non perdo di vista la bestia, e penso ragiono soppeso penso. Ad un certo punto, sempre guardando il ragno, urlo a mia madre di portarmi un pezzo di cartone e un bicchiere: l'idea è semplice, con il bicchiere copro il ragno, poi passo il foglio sotto, prendo tutto e porto il ragno di fuori.

Mia mamma arriva con bicchiere e cartoncino, si ferma, mi guarda, guarda il ragno, mi riguarda, dice "pori i me schei", prende il cuscino e lo sbatte di fuori. Ualà. Cinque secondi tutto compreso.

Adesso, con in mente questi ricordi edificanti della mia gioventù, bevo.

lunedì 12 febbraio 2018

quando tutto va come deve andare e senti che la tua mente è fresca, limpida, leggera

Che sarebbe quando, dopo un anno di trasloco, cerchi una cosa, che anche ci tenevi, a quella cosa lì, e pensi: "non la troverò mai più, è impossibile, chissà dove l'ho messa, meglio se la catalogo sotto cose perse nel trasloco, non dovrei nemmeno sforzarmi a cercarla che ci rimango solo male", e invece dopo la trovi al primo colpo.


venerdì 9 febbraio 2018

incredibile

Continua a telefonare gente che mi vuole regalare qualcosa. Al prossimo che chiama detto direttamente i codici per un bonifico.

martedì 6 febbraio 2018

due motivi

Io non ho problemi a dormire, semmai il contrario, ho problemi a stare sveglia, però ci sono due motivi che non mi fanno dormire la notte e uno è l'ingiustizia, o meglio quello che non capisco, che mi fa fare dei rimuginii e mi fa venire dei nervosi alle quattro di mattina, che sto lì a guardare il soffitto, poi mi alzo, mi faccio una tisana, guardo il soffitto della cucina, bevo la tisana, porto dentro la sedia a dondolo che ho dimenticato in terrazza, metti che piove, tiro su un po' di polvere, mi viene in mente che avevo appuntamento alle sei e mezza dal tappezziere per ritirare la poltrona della nonna, che mi ha chiesto 360 euro per metterla a posto, mi compro una frau con quei soldi, devo andare a riprendermela sfasciata, mi son dimenticata, porcoboiba, che nervoso, ci vado domani

 e l'altro motivo, le lenzuola messe male.

Stanotte, tutt'e due.

lunedì 5 febbraio 2018

lascia pur fare

Ieri pensavo alle mie routine e al fatto che ogni giorno faccio le stesse cose, mi alzo, vado in bagno, preparo la moka, poi torno in bagno, poi torno in cucina, faccio colazione, poi vado a scuola, poi torno da scuola, faccio da mangiare, lavo stiro radano, ragazzi marito e tutto il resto,  sempre uguale, qualche variante. 
Che palle.

Poi sono andata avanti nel ragionamento e ho pensato che la terra gira su se stessa, e gira attorno al sole, e il sole brucia, tutti i giorni, la mia vita durerà, toh, quanto? più o meno cento anni, cosa sono cento anni, la terra quant' è che fa la stessa cosa? e non si annoia mai. Pensa se smette. Lascia fare. E io mi annoio.  Che spocchia.

Poi l'ho detto alla Mari e lei si  messa a ridere, quando gliel'ho detto, e poi ha detto: forse la noia è degli esseri viventi, allora abbiamo pensato a cosa distingue l'essere non vivente dal vivente, al passaggio da uno all'altro, dalla materia alla vita, per dire, e i nostri cervelli, a pensare a quel passaggio lì, si è visto proprio, hanno fatto SPAAH, anche i nostri occhi hanno fatto SPAAH, anche i nostri capelli. Siamo state un po' in silenzio, dentro lo SPAAH. 
Poi abbiamo pensato che forse è il pensiero che produce la noia, che il pensiero è elettricità, ci pensi, che il pensiero è elettricità? Lascia fare.
SPAAH.

Poi abbiamo pensato che forse è la noia ad essere la creatrice di varianti, come l'errore nella trasmissione del codice genetico, e che dall'errore (eccetera eccetera, siamo andate avanti un casino, troppo lungo).

Tipo che la noia è un errore del pensiero e questo errore però è creatore. Lascia fare.

Intanto preparavamo la cena per i ragazzi, noi avevamo la tisana, perché noi facciamo la dieta, niente cena, noi, certo, prima ci siamo scofanate questo mondo e quell'altro con l'aperitivo, lascia fare, e mentre parlavamo i ragazzi mangiavano, e mentre parlavamo i ragazzi bevevano, e mente parlavamo i ragazzi se ne andavano, e mentre parlavamo non ce ne siamo neanche accorte, che se ne erano andati, e parla parla parla parla parla parla parla parla, a un certo punto è tornato Lele, dal lavoro, di domenica, sì, che non sono mica gli anni ottanta, lascia fare, è entrato, io ho detto: Mari, dovremmo avere un canale radio, io e te, che secondo me ci seguirebbero, e Lele ha detto: sì, facciamolo, che svoltiamo, io vi ascolterei.

Poi abbiamo finito la tisana, buona notte e tanti saluti.