sabato 9 giugno 2018

tu chiamale, se vuoi

A scuola sono venuti due ragazzi dell'associazione RiAnima di Rimini, ci educano a comportamenti sicuri e ci insegnano cosa fare in caso di emergenza. E' un'esperienza molto bella, ma soprattutto utile.
Ad un certo punto ci insegnano che il numero da chiamare in caso di emergenza è l' "uno uno due".

Volete fare una prova? adesso chiamiamo l' uno uno due, vieni Chiara, dice Teresa. Gabriel farà il bimbo da soccorrere, stenditi a terra, facciamo finta che ti sei rotto un braccio. Gabriel si stende a terra, Danilo chiama e mette il telefono davanti a Chiara, sei anni, che deve parlare all'operatrice.  Noi ascoltiamo da una piccola cassa collegata al telefono. L'operatrice, Valeria, sa che stiamo chiamando da una scuola, che è una simulazione, ma è davvero operatrice dell' "uno uno due".
Pronto, si sente dal telefono. Chiara è emozionata e con la sua vocina timida risponde. Come ti chiami, dice Valeria. Chiara, dice Chiara. Perché mi hai chiamata? Cosa è successo?
Teresa suggerisce sottovoce, Chiara dice che un suo amico si è fatto male al braccio. 
Chiedigli come si chiama. Chiara esegue e Gabriel risponde. Valentina dice bene, possiamo dire che risponde, che è vigile. Chiedigli quanti anni ha, dice Valeria. Chiara esegue, Gabriel risponde. Chiedigli se quando è caduto ha sbattuto la testa. Chiara chiede e Gabriel dice di sì. Valeria dice Bene, brava Chiara, sei bravissima. Dove vi trovate? A scuola, dice Chiara. In che città? Santarcangelo, dice Chiara.
Molto bene Chiara, ora mandiamo un'ambulanza. Sei stata molto brava. 

Nel frattempo io mi sono messa a piangere. Sono dietro i bambini, osservo la scena in silenzio e piango. Non riesco a fermarmi, vorrei fermarmi perché mi vergogno un po', ma non ci riesco. Poi penso che quest'anno abbiamo lavorato tanto sulle emozioni, a riconoscerle, a dare un nome, a lasciarle scorrere. E quel lavoro viene utile anche a me, in quel momento. Mi dico che è commozione, sto pensando a quante volte, durante un'emergenza, i bambini fanno la differenza, e sentire la vocina di Chiara, così piccola e così brava, e la voce rassicurante di Valeria dall'altra parte del telefono, mi ha fatto crollare. Lascio che le lacrime scorrano.

Ad un certo punto Valeria dice Adesso avrei bisogno che tu mi passassi la maestra.
Alé, penso. Mi guardano, ma io non sono mica in grado. Mi sono commossa, scusate, dico. Per fortuna c'è la mia collega che va al telefono. Non so cosa si dicono, sono andata in bagno a prendere un po' di carta per asciugare gli occhi.

Danilo viene a chiedere se va tutto bene. Tutto bene, grazie, mi sono commossa, siete bravissimi.

Sono contenta. Grazie ragazzi.

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